Seduto sulla sedia, sguardo fisso su un punto del tavolo. I palmi delle mani a coprire le orecchie. Busto dondolante che si trascina la testa ogni volta che cambia direzione. Avanti e indietro, avanti e indietro. Preme ancora di più sulle orecchie. Bisbiglia: «Non ora.» Poco più di un sussurro. «State zitti, state zitti.» Ispira quando il busto va indietro e parla quando va avanti. Dondola il busto, dondola la frase. «State zitti. State zitti.»
Siamo tuoi amici, Alex.
«State zitti.»
Ti stiamo solo dando un consiglio.
Alex dondola sulla sedia, il punto fisso sul tavolo rimane un punto fisso.
Sente dei passi che si avvicinano: non sono i suoi amici, i suoi amici non fanno rumore. I suoi amici sono già vicino a lui, sempre, ovunque. Quella che si avvicina è la mamma.
«Non hai molta fame oggi, vedo.» dice la mamma.
La sua voce lo distoglie dal suo punto fisso. A qualche centimetro di distanza sul tavolo, nota ora due occhi di bue e quattro strisce di bacon che lo aspettano nel piatto della colazione.
Alex.
Alza lo sguardo. Sono in tre, al di là del tavolo: due ragazzine e un ragazzo più grande. La mamma non li vede, nessuno li vede. Alex dondola. Non bisbiglia più.
«Tesoro, ti senti bene?»
Sente il palmo della mamma accarezzargli la schiena.
I tre davanti a lui sorridono tutti quanti. È la ragazzina bionda a parlare, Rebecca: Non ne parliamo più per ora, va bene? Oggi abbiamo da fare.
«Alex, cos’hai?» insiste la mamma.
«Voglio andare a giocare fuori con i miei amici.» risponde. Smette di dondolare. Forchetta tra le mani, inizia a trangugiare il cibo.
La mamma si abbassa: così lui la può vedere negli occhi. «Oh, Nicolas ti aspetta, giusto?»
Alex annuisce mentre fa sparire un pezzo di bacon in bocca.
«Appena hai finito di mangiare, sei libero.» La mamma gli strofina la testa.
Dai, mangia! Il ragazzo grande al di là del tavolo si chiama Federico. Lui lo incoraggia sempre a mangiare. Peccato che la mamma non possa vedere i suoi amici.
***
Nicolas ha detto che si farà trovare vicino al fortino di Alex. La sua base segreta. Qualche asse di legno inchiodata a delimitare uno spazio, niente di più di una capanna, ma una capanna con un lucchetto, chiusa a tutti, o quasi.
Alex si sta avvicinando con un mazzo di chiavi tra le mani gelate, che sbucano dal giubbotto invernale.
Non vorrai fargli vedere cosa c’è lì dentro, vero? È Carla a parlare questa volta, l’altra ragazzina, la più piccola. Carla, la timida. E se dopo non vorrà più essere tuo amico? Carla, la paurosa. Io mi ricordo di quando l’hai fatto vedere a me, il fortino. Alex la osserva: sembra che un brivido la stia attraversando mentre ne parla. Indossa una maglietta e dei jeans, gli stessi indumenti da quando è diventata amica di Alex.
«Nicolas ha detto di voler essere mio amico.» replica lui. «Come voi.»
Rebecca inizia a girare intorno a lui, saltellando e girando su se stessa, facendo alzare la sua gonna primaverile: Avremo un amico in più, avremo un amico in più…
Federico gli si piazza davanti: Vacci piano, Alex.
Alex continua ad avanzare, ignorando Federico, attraversandolo come fosse nebbia. Si chiude la cerniera del giubbotto. I suoi amici sono fortunati a non dover sentire il freddo.
Come promesso, trovano Nicolas proprio di fronte al fortino, a tremare sulla sua sedia a rotelle, nonostante anche lui indossi abiti invernali. «Sono quindici minuti che ti aspetto.»
Rebecca ora gira intorno alla sedia a rotelle: Avremo un amico in più…
«Scusa.» Alex si accinge a infilare la chiave nel lucchetto. «I miei amici non mi hanno lasciato mangiare in santa pace e ci ho messo più del dovuto.» Apre la porta del fortino, invitando Nicolas a entrare.
Questo si sta guardando intorno. «Vuoi dire che i tuoi amici sono qui, ora?»
Alex risponde con un’alzata di spalle. «Loro sono sempre con me.» Entra all’interno, lasciando Nicolas a studiare l’ambiente circostante per un po’. «La vuoi vedere questa cosa o no?»
Alex, non mettergli paura. Federico gli sta puntando l’indice contro.
Carla rimane fuori dal fortino.
Rebecca è già all’interno, a sfregarsi la mani. Uuuh. Guardate, questo è mio! Sta di nuovo girando su se stessa.
Infine entra Nicolas, le dita intorno alle guide delle ruote. Non sembra facile manovrare la sedia senza l’asfalto sotto. «C-che cosa dovrei vedere?» chiede, guardandosi intorno per l’ennesima volta.
«Qui è il posto dove tengo i miei amici.» dice Alex.
«Ma qui non c’è niente.» Veramente un baule c’è, ben visibile.
Ehehe. È sempre Rebecca a parlare. Fagli vedere me, ti prego!
Alex si inginocchia dove prima saltellava la ragazza e inizia a scavare a mani nude. «Ora ti faccio vedere. Spero che tu non sia un tipo pauroso.»
Nicolas lo fissa a occhi spalancati. «S-scavi?»
Credo che se la farà sotto, commenta Federico. Gli stai mettendo paura, Alex.
«Avvicinati.» lo invita Alex. «Guarda.» Con le mani sporche, scosta la poca terra rimasta che lo separa dal corpo di Rebecca.
Eccomi qua! La ragazza batte le mani velocemente, sorridendo. Certo che non ho una bella cera. Ride.
«Alex?» Nicolas si avvicina con la sedia. «È-è un corpo quello?»
«Hai detto che vuoi vedere i miei amici. Questa è Rebecca, o almeno il suo corpo.» Alex indica poi con l’indice per terra, a meno di un metro da lui. «Lì c’è Carla.» Sposta l’indice. «E lì Federico.»
«M-ma tu…» Sul volto del ragazzo Alex può vedere gocce di sudore. «Tu hai detto che i tuoi amici sono sempre con te.»
«È vero. Li vuoi vedere?» Alex si alza e si avvicina a lui. Appoggia le mani alla sua sedia; i loro visi quasi si toccano. «Li vuoi vedere veramente? Vuoi diventare mio amico per sempre?»
Oh, usa il coltello, questa volta. Rebecca è elettrizzata.
Okay, ma un colpo veloce, va bene? Federico si avvicina al baule. Per me è stato tremendo. Cerca di non fargli la stessa cosa.
Nicolas inghiottisce la propria saliva. «S-sì.»
Alex si avvicina al baule. «Rimarrai per sempre un bambino.» Apre il contenitore ed estrae un coltello. «E potrai camminare!»
«Sei sicuro di quello che…» Inghiottisce di nuovo.
«Tranquillo.» Alex gli si avvicina da dietro. «Non sentirai nulla.»
Il coltello ben stretto tra le dita. I muscoli della mano incordati. Un colpo secco, veloce, alla nuca. Nicolas emette una vocale strozzata. La ferita sputa pigramente del sangue ai lati della lama.
Guardate! Rebecca gli sta davanti e lo sta indicando. Sta spalancando gli occhi ancora di più!
É fatta. Federico sta studiando il ragazzo. Una morte perfetta. Stai diventando bravino, Alex.
Carla sta ancora fuori. Io aspetto qui, ragazzi.
Uh, mettilo vicino a me, vicino a me. Rebecca saltella di nuovo sul suo pezzetto di terra.
Alex lascia il coltello nella nuca. Si avvicina a Rebecca, si inginocchia e inizia a scavare.
Mentre aspettiamo che Nicolas si unisca a noi, urla Carla da fuori, non dovremmo discutere dell’altra faccenda?
Alex continua a scavare. «Non credo che riuscirò a farlo.» Le sue mani si muovono veloce nella terra. Terra che gli entra sotto le unghie, nelle maniche del giubbotto.
Certo che ce la farai. Federico gli indica il corpo di Nicolas. Te l’ho detto che stai diventando bravo.
Rebecca smette di saltellare e si inginocchia accanto ad Alex. Non vuoi che la mamma diventi tua amica?
Alex sta fissando la terra smossa. «Sì che lo voglio.» Continua a scavare.