Giallo-Noir-Horror

La morte del tramonto

Pubblicato il 26 Ottobre

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La gente ammirerà le tue opere, fratello. Strinse il corpo a sé per l’ultima volta. Con due dita tirò le palpebre giù, sipari che non si sarebbero mai più alzati. La gente vedrà e capirà.

***

Il primo passo è stato facile: forse perché non ero stato preso sul serio, nonostante il mio avviso. Ho passato il traguardo senza difficoltà e, forse, senza rendermene conto. Come quando il sindaco taglia un nastro e ufficializza l’uso di un edificio. Tac. E sono un criminale degno di storie in prima pagina e al tg. Credono forse che io cerchi la fama? L’illustrazione della prima vittima era chiara.

***

«Tramonto a Calamoresca.» lesse il maresciallo capo Anna Foschini. Dietro la copertina era scritto anche il nome e l’indirizzo della vittima. «Sarah Iles.» Osservò quelle parole, senza alcun risultato. «Qualcuno la conosce?» chiese poi a voce alta, guardando il corpo senza vita, con la testa perforata da un proiettile di grosso calibro, il viso nel piatto di pasta e la mano ancora stretta intorno alla forchetta.

«Critico d’arte. Molto famosa.» rispose un giovane appuntato sulla scena.

Anna girò la cartolina e guardò il paesaggio in miniatura: una vista sul mare, dominato da nuvole scure. Non proprio una fotografia, bensì…

«Un’illustrazione, capo.» disse il giovane, osservando a sua volta la cartolina. «Un paesaggio fatto interamente al computer.»

«Vedo che te ne intendi, Mirco.» replicò Anna.

Mirco scrollò le spalle. «Ho un amico appassionato di queste cose.» Indicò la cartolina. «Posso, capo?»

«Prego.»

Il giovane la esaminò attentamente. «Sì, un’immagine digitalizzata.» Girò l’illustrazione e lesse la scritta dietro. «Forse l’assassino voleva informare la vittima che sarebbe stata uccisa.»

«Credo proprio di sì, Mirco. Ma forse voleva informare anche noi. Guarda meglio.»

L’appuntato osservò più attentamente. Sotto l’indirizzo della vittima si poteva leggere qualcos’altro, in caratteri più piccoli.

Tramonto 1: Calamoresca; Tramonto 2: Piazza Bovio.

***

Mi hanno sempre chiesto perché mio fratello non riuscisse a sfondare con la sua arte, vista la bravura. Be’, me lo sono chiesto anche io e solo dopo la sua morte ho capito la risposta. L’immagine era tutto per Diego e ci metteva ogni singola particella del suo cuore e del suo cervello per crearne una. Ora non potrò mai più vedere una sua fotografia. Mai più.

Calmati, mi dico. Trago un lungo sospiro e finisco i collegamenti per l’ultimo passo. E’ strano catalogare tutto questo in “passi” come faceva Diego con le sue opere. Strano, ma piacevole. Termino finalmente il mio lavoro e spengo tutto: ora non mi resta che aspettare. Mi godo nel frattempo i ricordi di mio fratello e, per strane connessioni interneuronali, quelli del secondo passo. Presto sarà tutto finito e il buio che mi avvolge diventerà eternità.

***

«Fammi indovinare.» disse il maresciallo Foschini, appena entrata nella stanza. «Un’altra immagine di Diego Luci.»

Mirco le porse la cartolina, avvolta in una busta. «Come promesso due giorni fa: Tramonto a Piazza Bovio.» L’illustrazione era un’altra vista parzialmente sul mare, sempre caratterizzata dalle nuvole scure. «Anche questa destinata alla mostra, secondo me.»

Si trattava del concorso La morte del tramonto, tenuto pochi giorni prima a Piombino, dove i partecipanti potevano mettere in mostra tre immagini che rispettasse il tema. Anna Foschini aveva scoperto il collegamento risalendo a una mail della prima vittima e all’autore delle illustrazioni, Diego Luci. Purtroppo, quest’ultimo si era suicidato proprio durante la mostra.

Il maresciallo capo osservò attentamente il secondo cadavere di quel caso. «Lui è Pietro Recupero, giusto?» Aveva visto decine di primi piani, tutti del giudice Recupero, nell’ultimo giorno. «Accidenti! Se solo ci avesse dato retta e si fosse lasciato scortare.»

Il corpo stava disteso sul pavimento della cucina con una sostanza biancastra intorno alle labbra. Lui, insieme a Sarah Iles, la prima vittima, era uno dei giudici di La morte del tramonto.

«Mi chiedo perché non ci ha chiamati nemmeno quando ha ricevuto la cartolina.» riflettete Mirco.

«Non ci sono fori di proiettili o ferite, a prima vista.» affermò Anna Foschini. «Vuoi vedere che l’autopsia ci dirà che è stato avvelenato.»

Mirco osservò a sua volta il cadavere. «Lo credo anche io, ma non vedo come ci può essere d’aiuto.»

Anna studiò la cartellina e cercò di ricordare i particolari del primo caso. «Pensaci bene. Sembra che il killer ci voglia dare un aiuto.» Sventolò la cartolina e, come per la prima illustrazione, lesse la scritta sotto l’indirizzo della vittima. «Tramonto 2: Piazza Bovio; Tramonto 3: Corsica.»

«Credi che le cartoline siano un indizio sulle prossime vittime?» chiese il giovane appuntato.

«No. Credo che queste illustrazioni avrebbero dovuto far parte della mostra, come suggeriscono le e-mail.» rispose Anna. «Ma pensa al primo omicidio. Pietro Recupero sembra avvelenato. Come abbiamo trovato Sarah Iles?»

Mirco spalancò gli occhi. «Con il viso nel piatto!»

«E cosa indica l’orologio al polso di questa vittima?»

Solo in quel momento Mirco lo vide. Le lancette, una sopra l’altra come se fossero un’unica linea.

«Sono le undici di sera.» disse Foschini. «Credo che indichi la mezzanotte.»

Mirco si sorprese un’altra volta. «Di oggi?»

Anna Foschini annuì, mentre il cellulare squillò. «È Stella Demaris.» disse.

«Il terzo giudice del concorso.» ricordò Mirco.

«Maresciallo capo Foschini.» disse Anna, rispondendo alla chiamata.

Dall’altra parte si sentì una voce impaurita e stridula.

«Pronto. Ho bisogno di aiuto.»

«Si calmi, signora Demaris. Cos’è successo?»

«Ho ricevuto una cartolina. Tramonto sulla Corsica.»

***

Finalmente sento dei rumori. Credo di aver sentito Stella Demaris chiamare i carabinieri. In fondo, è quello che volevo.

Forse ora Demaris pensa a mio fratello. Non lo posso sapere con certezza, ma è molto probabile che pensi a lui o alle sue opere. In particolare ai tre tramonti con cui avrebbe dovuto partecipare a quel concorso che gli ha tolto la vita… Il mio povero fratello, così fragile di carattere e vittima di una profonda depressione. Non si meritava un rifiuto.

Riporto i pensieri al terzo giudice e sorrido all’idea di lei che fissa Tramonto sulla Corsica, mentre pensa alla scelta che ha fatto qualche giorno fa, mentre si guarda intorno, chiedendosi dove mi posso nascondere o come ho intenzione di ucciderla.

Meno di un quarto d’ora d’attesa.

Sarò diventato un criminale, ma le promesse vanno sempre mantenute. Sempre. La gente vedrà le tue opere, Diego.

***

«Mi dica come ha ricevuto la cartolina.» disse con calma Anna Foschini.

Mirco l’aveva già messa in un busta trasparente. Questa volta il tramonto aveva tonalità arancioni e l’orizzonte era nascosto dietro montagne scure. Doveva ammettere che Diego Luci ci sapeva fare.

«L’ho semplicemente trovata sul tavolino di fronte a lei, maresciallo.» spiegò Stella Demaris.

Un senso di allarme percorse la sua spina dorsale. Anna mise istintivamente la mano sulla pistola alla cintura.

Il giudice lo capì e il terrore divenne ancora più visibile sul suo viso. «Crede che sia dentro la casa?»

«Si calmi, signora Demaris.» intervenne Mirco. «Alcuni ragazzi stanno già perlustrando il perimetro.» L’appuntato guardò l’ora: pochi minuti a mezzanotte.

«Ci spieghi il suo ruolo nel concorso.» continuò Anna. «La morte del tramonto.»

«Be’, facevo parte della giuria, insieme a Sarah Iles e Pietro Recupero.» rispose in un sussurro. «Non voglio essere uccisa come loro.» aggiunse, tirando fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette.

«Meglio di no.» consigliò Foschini.

«Cosa? Fumare?» replicò la donna.

«La seconda vittima è quasi sicuramente morta per avvelenamento.» replicò il maresciallo.

«Cazzo!» Stella Demaris gettò il pacchetto e si strinse il viso tra le mani. Pianse. «Dio Santo.»

Anna Foschini aspettò che si calmasse e continuò. «Cosa l’ha spinta a rifiutare la partecipazione di Diego Luci al concorso?»

«Ve l’ho già detto ieri. Le opere non erano adatte.»

«Dalle mail risulta un’altra cosa, signora Demaris.»

«Va bene, va bene. Il concorso era truccato. Dovevamo far salire la quota a certi artisti. Come facevamo a sapere che Diego Luci si sarebbe ucciso per una cavolata del genere?»

«Secondo le nostre ricerche, Diego Luci passava un brutto periodo. Parlo di depressione.»

Stella Demaris si morse il labbro. «Mi dispiace.»

«Un po’ tardi per le scuse.»

***

Non so quanto manchi alla fine e aspetto con ansia il suono che mi avviserà quando premere il pulsante. Il suono della mezzanotte. Sarà la sveglia di Stella Demaris a darmi il via, posta sul mobile vicino alla porta dello sgabuzzino, il mio nascondiglio. Infantile, ma efficace. Credo che i carabinieri stiano ancora perlustrando l’esterno.

Spero che i media siano arrivati e che mandino in onda i tre tramonti di mio fratello. Alcuni giornali hanno già pubblicato la prima illustrazione, faranno lo stesso con le altre.

Come evocata, la sveglia suona. Immagino il panico all’interno della casa. Sorrido, accendo la luce e guardo la bomba.

La gente vedrà e capirà.

Spingo il pulsante.

A te, fratello.