Horror

Glitterball

Pubblicato il 11 Feb 2015

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Bzzzz Bzzzz Bzzzz Bzzzz…

Tommaso si svegliò, cosa era quel rumore insistente? Non certo la sveglia, quella sarebbe suonata solo cinque ore più tardi, mentre ora segnava le 2:30. Dalla finestra non entrava alcuna luce, ovvio, la mattina era lontana. E allora cos’era quel bzzz insistente? Si alzò controvoglia “oh dio non voglia che siano ancora le tubature, in questo schifo di palazzo sarebbero tutte da cambiare ma chi li convince i Cesarini dell’ultimo piano a tirare fuori i soldi? E intanto si rompe il tubo e noi paghiamo per sventrare il muro, riparare e riverniciare”. Ma no, non era il tubo, sembrava proprio una sveglia, di quelle con il “buzz” elettronico… non poteva essere la sua, quella era regolata per far inserire radio Capital alle 7.30 del mattino. Ma intanto… Bzzzz Bzzzz Bzzzz Bzzzz… Cominciava a preoccuparsi, arrivò nella piccola cucina, ma tutto era in ordine e li il bzzz non si sentiva; mentre la sua mente da ingegnere cominciava ad escludere le ipotesi più strampalate si recò al bagno ma anche li niente di strano. Tornò in camera e rieccolo: Bzzzz Bzzzz Bzzzz Bzzzz…”Ma cos’è?” cercò di individuare il punto in cui si sentiva più forte, passando più volte rasente i muri e alla fine lo individuò l’anta a specchio dell’armadio. “Cazzo ho lasciato il cellulare nel giaccone in vibrazione” pensò… e poi subito dopo “ma chi è che chiama a quest’ora così insistentemente?”. Aprì l’anta dell’armadio, cercò nelle tasche del suo parka che aveva appeso nell’armadio poche ore prima ma non trovò niente. Si guardò intorno, il cellulare giaceva tranquillo sopra il comodino. Lo prese in mano, nessuna chiamata, nessun messaggio. Bzzzz Bzzzz Bzzzz Bzzzz… Guardò di nuovo verso l’anta dell’armadio, il rumore veniva da li. Si avvicinò allo specchio interno… si… il rumore veniva dallo specchio. Bzzzz Bzzzz Bzzzz Bzzzz… Lo specchio vibrava, ma non si muoveva, gli venne in mente un pensiero che solo ad un ingegnere chimico come lui poteva venire: “sta vibrando a livello atomico” e poi subito, la sua parte razionale “Ma certo, adesso sentiamo le vibrazioni atomiche Tommaso? Vuoi finire al manicomio?” Allungò la mano verso lo specchio, la mano lo attraversò e si alzò urlando sul letto. 

Guardò la sveglia, segnava le 4.41. “Cazzo di sogno!”, si alzò e si recò al bagno per svuotare la vescica, si sedette sulla tavoletta, da qualche parte aveva letto che urinare seduti faceva bene alla prostata. Quando l’operazione fu completata si alzò e uscendo dal bagno spense la luce. Con la mano sinistra. Chiuse la porta del bagno con la mano sinistra e sempre con la mano sinistra si grattò la testa. Guardò la sue mani e pensò “sono diventato mancino?”. Poi osservò la camera dove dormiva. Perché il letto era sulla parete di destra anziché sulla sinistra? Perché l’armadio era a sinistra anziché a destra? E soprattutto perché l’anta con lo specchio era aperta?

E di improvviso lo sentì di nuovo, anzi per la precisione si accorse che quel rumore non aveva mai smesso: Bzzzz Bzzzz Bzzzz Bzzzz…con le gambe tremanti si recò allo specchio ancora parzialmente nascosto dal legno, aprì l’anta. Lo specchio tremava, o per meglio dire lo specchio era increspato come una superficie d’acqua a seguito di una leggera brezza. Le onde nella superficie dello specchio erano piccole e numerosissime. L’immagine che ne usciva fuori, la sua immagine, era quella di un uomo a pezzi. Letteralmente a pezzi! Protese le mani verso lo specchio, voleva afferrarlo e buttarlo via, ma le gambe gli cedettero e ci passò attraverso cadendo a faccia avanti.

Glitterball, radiate round the hall, Lifts me up, then leaves me to fall Glitterball, radiate round the hall As the great unloved go dancing all the way.

I Simple Minds uscivano ad alto volume dalla radiosveglia che segnava le 7.30 precise. Tommaso si alzò di soprassalto. Un sogno dentro un sogno, detto anche falso risveglio, era dall’infanzia che non gli capitava e si era dimenticato di quanto potessero essere paurosi.

One step, two step, three step, four. Drag me to the middle, then you pulled me to the floor Glitterball, radiate round the hall As the great unlovCLICK. Tommaso spense la radiosveglia, si passò le mani sul viso, una giornata di lavoro intenso lo aspettava alla Quarking, c’era in programma la discussione della sua ricerca sugli effetti delle vibrazioni quantiche con il direttore dell’ufficio fondi.

Uscì da casa mezz’ora più tardi, guidò la sua Clio fino al solito bar, fece colazione e all’edicola di fronte prese il giornale. Parcheggiò l’auto davanti all’azienda e solo quando timbrò il cartellino si accorse che stava usando la mano sinistra.

Alessandro Chiometti

Febbraio 2015