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Recensioni: Lo stato delle cose di Gian Paolo Di Loreto

 

 

Una delle tante leggende del mondo musicale racconta che quando Bob Dylan accese la radio e sentì passare per la prima volta Heart of gold di Neil Young esclamò: “Ma questo sono io!” tante erano le vibrazioni affini che gli suscitava il pezzo del canadese.

Ho avuto modo di conoscere il mio concittadino Gian Paolo Di Loreto in uno degli incontri organizzati dal nostro comune editore Jean Luc Bertoni e trovandoci d’accordo su molti argomenti mentre ci presentavamo al pubblico ho deciso di prendere il suo libro per scoprirlo anche come scrittore.

La prima piacevole sorpresa trovata in questo Lo stato delle cose (Bertoni Editore 2018, 164 pag. 15,00 €) è stata che era una raccolta di racconti brevi, cosa sempre rara da trovare nel triste panorama dell’editoria italiana per di più se proposta da un autore esordiente.

La seconda è stata una reazione simile a quella di Bob Dylan descritta sopra. Ovvero “Ma questa storia l’ho scritta io?”

Trovo molte affinità nelle situazioni e nei personaggi nei racconti di Gian Paolo, una varia umanità… anzi… a volte un’avariata umanità che combatte giornalmente fra minacce fin troppo concrete come le guerre fra pusher e quelle meno evidenti, come le dipendenze innocue solo perché la legge ha stabilito che sono innocue.

A differenza di quello che ho fatto io in Konka, Gian Paolo non ha ristretto i suoi personaggi in una città ben definita, tuttavia qualche storia mi richiama inevitabilmente i luoghi e le atmosfere che li ho descritto, forse perché so che l’autore è un concittadino?

Fatto sta che di certo la lettura di queste storie è piacevole e scorrevole, la lama dell’autore spesso affonda nelle schizofrenie della vita quotidiana e costringe il lettore a più di un momento di riflessione.

Davvero una piacevole sorpresa.