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Nostalgia canaglia, Cap. 1: Nando Martellini dove sei?

Pubblicato il 23 Giu 2018

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Più vedo le partite del mondiale e sempre più spesso tolgo l’audio del commento (sia lodata la tecnologia) ritrovandomi quasi dentro allo stadio.

Ma esattamente chi è che ha pensato che in una telecronaca ci fosse bisogno di un “commento tecnico”? E soprattutto perché il commento tecnico deve essere così invadente?

Prendete Nigera Islanda di ieri, dal primo minuto Fenrnado Orsi, ex portiere di serie A ci avverte: “non sarà una bella partita dal punto di vista tecnico” e cavolo, che si deve vedere solo Brasile -Argentina? Ma soprattutto quale scuola di telecronaca ha insegnato a questi invadenti commentatori che non bisogna mai stare, neanche per un secondo, in silenzio durante la partita?

Non siamo alla radio in cui, è ovvio che il radiocronista deve tenere aggiornato l’ascoltatore su quello che succede visto che lui non può vedere. MA qui c’è la TV, non è che se spari cazzate a raffica mi stai simpatico.

Dio mio, riguardatevi per pietà i grandi Nando Martellini e Bruno Pizzul, si parla quando si ha qualcosa da dire, non si deve neanche stare sempre al dire il nome di tutti coloro che toccano palla.

E poi diciamolo,  un conto è raccontare un aneddoto divertente,  simpatico o curioso  su un protagonista della partita, un conto parlare a vanvera e soprattutto lanciarsi da parte del commentotecnico in improbabili questioni come di quanti gradi in più doveva essere aperta la pianta del piede del centravanti per non prendere il palo.

Guardate le telecronache di Martellini, sentite quante sono ci vogliono per commentare una partita. Sono meno di un quarto di quelle che si usano ora.
Ma per fortuna c’è il real live audio.

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Il Brasile si salva al novantunesimo e al novantesettimo con i suoi gioiellini (sopravvalutati) Coutinho e Neymar. Ha la meglio su un Costarica che pure ha avuto palle gol per far finire la partita in modo diverso anche se il risultato è certamente giusto. Ma siamo abituati a ben altro quando si parla del Brasile.

Finisce dagli undici metri il sogno islandese, la Nigeria è superiore tecnicamente e fisicamente è almeno alla pari dei vichinghi, che giocano bene ma concludono poco in porta. Mesa (l’ala/mezzala destra più forte vista al mondiale fin’ora)  invece, segna una doppietta in cui nel secondo gol mette in mostra tutta la sua tecnica e velocità e, tanto per far capire che la cosa non è casuale, prende pure una traversa con un tiro dal limite.

Politica e cattivo arbitraggio si incrociano in Serbia Svizzera, i capolavori di Xhaka e Shaquiri consegnano la vittoria agli elvetici, ma la Serbia reclama (giustamente) per un rigore sull’1 a 1 che in tempi di VAR non può non essere assegnato.