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Le solitudini degli scrittori

Pubblicato il 13 Giugno

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Sono stato un po’ a spasso per la rete negli ultimi tempi, cercando comunità virtuali di scrittori con cui condividere esperienze e impressioni.

L’impressione che ne ho ricevuto è quella di un mondo molto ripiegato su se stesso, che al di la’ dell’apparenza è poco disposto al confronto e alla condivisione.

In questi forum di discussione (ve ne sono diversi) la condivisione dei propri elaborati si risolve sempre nella cosa di cui lo scrittore, secondo la mia modesta opinione, ha meno bisogno, ovvero la caccia al refuso.

“I puntini di sospensione devono essere sempre tre”, “qui non serve la maiuscola”, “ci vuole l’accento sul sì”.

Per carità tutto giusto e impeccabile, ma personalmente non cercavo un editing delle mie storie. A quello penserà, quando e semmai verranno pubblicate, la casa editrice come è successo per le storie che sono andate a comporre “Konka”.

Cercavo invece una condivisione sui contenuti e sulle idee, suggerimenti per rendere più avvincenti le mie storie o idee per scriverne di nuove. Di questo ho trovato ben poco riscontro. E soprattutto poca propensione alla discussione. Sembra quasi che se qualcuno ti da un consiglio in una community di quel consiglio non se ne può discutere. Come dire “io ti do un consiglio e tu ti permetti di dire che è sbagliato? vergognati!”.

Quello che dovrebbe essere uno scambio reciproco viene trasformato in un dovere di recepimento.

Anyway, qui sul sito degli Scrittori Sopravvissuti non c’è la possibilità di commentare proprio per evitare questo genere di flame, tuttavia i commenti ai nostri elaborati sono graditi e li potete inviare a info@scrittorisopravvissuti.it

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