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La Linea Gotica -L’archetipo horror per eccellenza: il diavolo

Satana, Lucifero, Belzebù, L’avversario, L’Anticristo, La Bestia, Angra Mainyu, Baal, Iblìs, Woland, Fear Dubh, Chamuco, Principe delle tenebre, Mefistofele, il Re degli inferi e fermiamoci qui con i nomi che le varie religioni hanno assegnato al diavolo.

La teologia, ciò che il caro Holbach definiva “la scienza del nulla” non ha mai chiarito i motivi per cui un essere onnipotente, onnisciente e infinitamente buono abbia volutamente creato il suo alter ego cattivo per far cadere in tentazione gli uomini quindi evitiamo in questa sede domande scomode.

Senza quindi  andare a impelagarci in testi più o meno sacri, e lasciando in pace Dante e Goethe, catapultiamoci subito in tempi recenti per scoprire così che la figura del Diavolo non è apparsa nella recente narrativa popolare in modo così frequente come si potrebbe pensare. A meno che non consideriamo alcuni libri che ne parlano implicitamente, come Il signore delle mosche o i fantasy di Lewis e Tolkien che hanno delle figure indubbiamente ispirate a lui, prima de Il maestro e margherita del 1966 di Bulgakov (che poi non è di certo un horror) abbiamo solo qualche ode e qualche racconto breve (The hellbound train di Robert Bloch che vinse il premio Hugo nel 1959).

Del resto che non sia una figura semplice da trattare in narrativa è abbastanza chiaro… come inserire in modo credibile un cattivo così potente in una storia senza per forza cadere nel “già sentito” della Bibbia o di altri libri sacri?

I punti di svolta per la cultura di massa (narrativa e cinema) arrivano alla fine degli anni sessanta e all’inizio dei settanta; con Rosemary’s baby di Roman Polanski mette sullo schermo nel 1968 l’omonimo romanzo di Ira Levin.

L’idea del complotto satanista al posto di quello comunista, con tutti i familiari e gli amici della protagonista coinvolti in una lobby satanica è vincente e il film resterà uno dei classici della cinematografia horror.

Negli anni seguenti la cosa verrà sviluppata in molte pellicole ma le nostre preferite sul tema sono quelle della quadrilogia di The Omen in cui il primo film (1976), magistralmente diretto da Richard Donner (Ladyhawke, Arma letale, Assassins, I Goonies), vede la recitazione di sua maestà Gregory Peck nei panni del padre adottivo del piccolo Damien che si rivelerà essere l’Anticristo.

La serie raggiunge il suo apice nel terzo capitolo del 1981 in cui l’adulto Principe delle Tenebre in procinto di governare il mondo è interpretato da Sam Neil (Possession, Lezioni di piano, Il seme della follia, Punto di non ritorno, Jurassik Park) in una delle sue migliori performance. L’inquietante sorriso riservato ad un suo seguace che gli chiede la fine del ambasciatore statunitense in Gran Bretagna, di cui lui gli aveva predetto che ne avrebbe preso il posto, non ha niente da invidiare al ghigno di Anthony Perkins nel finale di Psycho. Molto belle le scene in cui le sparute forze del bene cercano di uccidere Damien Thorn e quelle in cui l’esercito dei suoi seguaci si raduna ed entra in azione.

Però è L’esorcista di William Friedkin del 1973, a segnare il vero punto di svolta nel cinema blockbuster; realizzato con 10 milioni di dollari circa ne incassò oltre 400 in tutto il mondo risultando uno dei film più visti di tutti i tempi. Da molti è ancora considerato il film più terrificante della storia e, di certo, una notevole mano glie la diede la colonna sonora di Mike Oldfield, la famosa Tubolar Bells. Reagan Mac Nail nei panni di Linda Blair con le sue contorsioni innaturali (alcune inserite nella pellicola distribuita solo dopo che le tecniche post-produzione consentirono di “cancellare” i fili che sostenevano la controfigura) ha turbato, e probabilmente turberà ancora a lungo, i sonni di intere generazioni. Poi doveroso ricordare che Max Von Sydow trova qui uno dei ruoli che caratterizzeranno per sempre la sua carriera.
Al di là dei fenomeni di isteria e delle notizie “ad hoc” sulle fughe dalle sale degli spettatori o dei malori di questi (notizie in cui è sempre difficile distinguere la propaganda dalla realtà), e delle presunte maledizioni sulla troupe (non è certo l’unico film in cui sono morti attori o parenti degli attori); è certo che il film rappresenti un punto di rottura con l’horror classico (vampiri, licantropi, alieni, mostri, etc) e giocando sulle paure religiose va a colpire pesantemente il nostro subconscio. Anche il più convinto degli atei difficilmente resta immune dalla vista della possessione del diavolo in una piccola ragazza adolescente.
Oltre al record di incassi il film è sempre stato apprezzatissimo dalla critica; resta indubbiamente imperdibile per ogni amante del genere horror e. ci permettiamo di dirlo, è di certo superiore quasi a tutte le scopiazzature seguenti su questo tema che, raramente, valgono il prezzo del biglietto. Salviamo da quel calderone di pellicole inguardabili
L’ultimo esorcismo (2010), Requiem (2006) e Il signor diavolo (2019).
Su quest’ultimo film che segna il graditissimo ritorno all’horror di
Pupi Avati spendiamo due parole per dire che da una vera lezione all’horror mainstream hollywodiano che negli ultimi anni, a parte qualche lodevole eccezione, non è mai riuscito ad andare nelle pellicole più in là di un lungo susseguirsi di jump scares ripetuti fino alla nausea.

La narrativa sembra restare un po’ al palo sul tema se non fosse per due capolavori del solito Stephen King. Il primo di cui obbligatoriamente parlare è L’ombra dello Scorpione riscoperto in ogni dove in quest’ultimo anno (con remake della serie tv in arrivo) per via delle assonanze con la pandemia tutt’ora in corso. Se il kinghiano virus influenzale Captain Trips sterminava il 99% della popolazione mondiale, per ora qui è andata meglio con il reale Sars-Cov-2; certo che se continuiamo con una gestione demenziale della cosa non è detto che non ci sia spazio perché questo recuperi… transeat.

Ad ogni modo Captain Trips era aiutato dal fatto di essere solo il mezzo con cui Dio e Satana avevano deciso di regolare i conti sulla Terra; la quasi estinzione del genere umano serviva solo a selezionare le truppe adatte per lo scontro finale.

Se The Stand (questo il titolo originale dell’opera) è considerato generalmente una delle massime opere dello scrittore del Maine, noi (che pure auspichiamo da anni un premio Nobel per il Re) non lo riteniamo fra i suoi capolavori. Sappiamo di essere in minoranza ma, sempre restando alla figura del diavolo, pensiamo che Cose Preziose sia superiore. Il diavolo qui è un apparentemente innocuo vecchietto che apre l’omonimo negozio di antichità e memorabilia nella cittadina (immaginaria) di Castle Rock. Le cose che offre risulteranno essere così preziose che gli abitanti cominceranno a fare letteralmente di tutto per procurarsele, fino a distruggere l’intera città. La versione cinematografica, uno dei migliori adattamenti dei romanzi di King, vede nei panni del antiquario demoniaco Max von Sydow che in questo caso (rispetto all’esorcista, diciamo) combatte per l’altra sponda!

La solitudine dello scrittore del Maine è stata interrotta per un breve periodo da Clive Barker che sul tema ha elaborato il suo Hellraiser, al di là dell’indubbia capacità visionaria dell’autore inglese (lo dimostra il fatto che il primo film tratto dalla sua opera lo vede impegnato come regista), sia il libro che il film hanno il difetto comune a quasi tutte le sue opere: quello di apparire incompiute.


Torniamo al diavolo che “
non è poi così brutto come lo si dipinge” come dice un proverbio italiano e. del resto, come negarlo visto che uno degli interpreti più celebri in questo ruolo è Robert De Niro? In Angel Heart – Ascensore per l’inferno di Alan Parker (1987) la sua interpretazione di Luis Cyphre è favolosa e i dialoghi con Henry Angel (un Mickey Rourke non ancora troppo massacrato dal suo ritorno alla boxe e da altri brutti vizi) lasciano un segno indelebile. Il diavolo non è più “la bestia” ma un dandy raffinato, facendosi forse ispirare dalla figura sofisticata di alcuni vampiri che erano già apparsi al cinema.

Non è un caso che l’amico-rivale Al Pacino riprende dieci anni dopo quel ruolo in maniera diversa ma di certo sovrapponibile. Parliamo ovviamente de L’avvocato del diavolo di Taylor Hackford (Ufficiale gentiluomo, Il sole a mezzanotte) in cui è il malefico ispiratore di Keanu Reeves giovane avvocato rampante. Il film è di certo apprezzabile ma molto meno inquietante del capolavoro di Alan Parker.

Se la narrativa scritta ha affrontato il tema del diavolo con parsimonia, nel mondo dei fumetti è invece un ospite fisso.
Basta pensare alle pagine di
Dylan Dog dove però non si presenta in modo univoco: dal lucertolone dantesco che vive sotto a Golconda al direttore a doppia faccia (letteralmente a doppia faccia) dei numerosi Inferni, dal quasi dio di Sette anime dannate al fin troppo umano John Ghost.

Per ciò che riguarda invece l’universo DC/Vertigo, non possiamo che consigliarvi la lettura, fino ad impararle a memoria, di tutte le storie di Sandman; ovvero la serie dove Neil Gaiman ha dato a nostro avviso il suo meglio. In memorabili pagine in cui la cristianità si fonde al paganesimo, alle tradizioni orientali e alla new age, Gaiman ci regala pagine meravigliose di poesia ultraterrena da cui è sempre difficilissimo staccarsi per tornare alla vita reale.

Se invece vi hanno fatto paura i demoni cinematografici sappiate che non sono nulla rispetto a quelli che, quasi quotidianamente, deve affrontare John Constantine che “vive” nel medesimo universo di Sandman. Uno dei pochi uomini (di inchiostro) capace non solo di gabbare un diavolo, come del resto facevano i protagonisti delle storielle medievali, ma di raggirare e ingannare tutta la triade infernale contrapposta alla santissima trinità. Anche se di questo il caro John si deve vantar poco perché sa bene che laggiù lo attendono con ansia dopo quello scherzetto!

Lo sappiamo, abbiamo citato i comics e alcune delle apparizione del diavolo in loro… e quindi dovremmo per forza parlavi di Preacher, la serie cult da Garth Ennis e la cui versione tv sta spopolando su Amazon Prime. Ma come facciamo a parlarvi in poche righe di una storia in cui il protagonista, Jesse Custer, è un prete battista miscredente che ha incenerito tutta la sua comunità di fedeli per essere stato investito dai poteri della potentissima entità Genesis derivante dall’unione di un demone e di un angelo; entità così potente di cui lo stesso dio ha paura tant’è vero che è scappato dal trono ed ha liberato il Santo degli Assassini (che fra le altre cose uccise proprio Satana per una discussione) per fermare Jesse-Genesis il quale nel frattempo parte proprio alla ricerca (letterale) di dio portandosi dietro la sua ragazza Tulip e il suo fidato amico Cassidy che è un vampiro di 300 anni, il tutto dovendosi confrontare con la parte deviata della Chiesa Cattolica che deve presentare al mondo l’erede di Gesù Cristo discendente diretto dei figli di questo tenuti in gabbia incestuosamente per duemila anni al fine di non fa sporcare la linea del sangue reale e…. no dai, non si può. Ne parliamo la prossima volta, suvvia.