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Kick it in. Hasta siempre comandante Lucarelli

Pubblicato il 28 Nov 2022

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Dicono che nel calcio di oggi non ci sia spazio per i sentimentalismi ma solo per i risultati.
Probabilmente è così ed è anche giusto che in parte sia così.
Parlando di risultati quindi viene da chiedersi cosa dovrebbe fare un allenatore per essere tranquillo oltre a: vincere un campionato di serie C al primo anno con annesso record storico nazionale di punti; vincere una coppa Italia di serie C in uno storico derby; salvarsi con estrema tranquillità al primo anno di serie B e anzi sfiorare i play off negati solo da una serie di allucinanti di decisioni arbitrali ridicole in tempo dell’ancor più ridicola Var (Brescia, Reggina, Perugia, Frosinone); essere al quinto posto a pari merito (con Bari e Parma) nonostante l’assenza del giocatore simbolo Cesar Falletti che è finita praticamente solo domenica scorsa e Alfredo Donnarumma a mezzo servizio per infortuni vari.
Al quinto posto nonostante continuino gli allucinanti arbitraggi come quello di Doveri con il Genoa, fischietto poi premiato la domenica successiva con l’assegnazione per l’arbitraggio di Juve-Inter, per inciso.
Il tifoso non è mai contento si sa, e c’è da dire che probabilmente anche lo stesso Lucarelli ha pagato lo scorso anno il salto di categoria.
Ma alla fine siamo sempre lì: se metti Palumbo dovevi mettere Proietti, se metti Proietti dovevi mettere Defendi e se metti Defendi dovevi mettere Paolo Doto.
“Paolo Doto? Ma è morto due anni fa!” “Stà zitto le’, che tu non hai visto mai gioca’ la Ternana di Del Neri!”
Nel calcio non c’è spazio per i sentimentalismi dicevamo, quindi il rammarico per il Pisa che fa cadere la panchina di Lucarelli, simbolo della Livorno in serie A, non deve far né caldo né freddo.
È la solita di routine di chi pensa che basti metter soldi in una squadra e comprar giocatori spendendo milioni per vedere il nome della propria squadra in testa alla classifica.
Cosa che in parte è vera, per carità, ma andrebbe anche capito che non basta quello. Chiedete al Manchester City quanti milioni e quanti giocatori ha dovuto passare prima di trovare una quadra con Mancini e poi con Guardiola, o all’Arsenal che nonostante tutti i milioni di euro arabi sono venti anni che non vince la premier league. O, per restare dalle nostre parti, alla Juventus che compra il giocatore più forte del mondo per vincere la champions e ottiene il risultato di smettere di vincere anche gli scudetti.
Nel calcio fare gli sbruffoni con il one man show non paga mai, o quasi mai. Forse in politica, ma nello sport porta quasi sempre al disastro. E Bandecchi lo dovrebbe sapere bene visto che ha comprato una squadra in serie B per portarla subito in serie A, è retrocesso e ci sono voluti tre anni per tornare dove l’ha presa. Passando anche il rischio di finire nei dilettanti nel frattempo.
Rompere certe alchimie provoca in genere disastri e la storia del calcio insegna che squadre con pretese di grandezza, non contente di buoni risultati ma che ne vogliono di straordinari, fanno una brutta fine.
E lo dovrebbe aver insegnato anche a noi (fra le altre annate: 1998/99, 2001/02 e per l’appunto 2017/18).
Ma tant’è che non si impara mai, quindi per quest’anno rinuncio ai sogni di gloria e mi preparo al peggio, sperando di essere smentito dai fatti, perché, è ovvio, vedere la Ternana in serie A mi piacerebbe.
E allora senza falsi sentimentalismi, ma solo con quelli veri: Hasta Siempre comandante Lucarelli, grazie di tutto e spero di incontrarti ancora in attesa del sol dell’avvenire.
PS stavolta goditeli i miliardi di Bandecchi (che per inciso non solo ringrazio per quel che vuole fare a Terni ma spero anche che diventi sindaco, perché forse come presidente di una squadra di calcio è imbarazzante e strafottente ma rispetto a ciò che abbiamo nei partiti oggi va benissimo). Goditeli,  che te li sei meritati!
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PPS per il lettori del blog. Oggi niente post sui mondiali, perché nel calcio di oggi non ci sono spazio per i sentimentalismi ma in questo blog sì.