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Aspettando la fine del mondo. Un po’ di brutalità statistica per salvare il salvabile.

Pubblicato il 15 Nov 2021

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Il virologo Bassetti costretto a lasciare la vergognosa e incommentabile trasmissione Piazza Pulita è il perfetto esempio di come in Italia durante questa pandemia siano mancate le figure dei divulgatori scientifici.

Per divulgare la scienza non serve essere premi Nobel né geni; occorre invece essere bravi comunicatori e conoscere le “regole” del dibattito pubblico. Dibattito che beninteso nessuno ti obbliga ad accettare: quando la regia ti dice che dovrai difendere l’efficacia dei vaccini dagli strali di un pubblicista e un giurista puoi solo aspettarti la solita sequenza di fesserie e panzane targate no vax, il rifiuto a partecipare quindi non solo è legittimo ma sarebbe anche doveroso.
Però si può scegliere di partecipare, per gloria personale o vocazione al martirio, ma a quel punto devi berti l’amaro calice fino in fondo e non fare l’offeso che se ne va in quanto troppo superiore per certe cose. Il virologo Bassetti qualche giorno fa ha lasciato una sola impressione agli spettatori di Piazza Pulita (spettatori che al 90% non sanno neanche la differenza fra un virus e un fungo), di  non aver saputo rispondere alle obiezioni e finanche di essere stato messo così in difficoltà che è dovuto scappar via. 

A undici mesi dall’inizio delle campagne vaccinali (quelle che non sarebbero mai arrivate secondo alcuni ndr) oltre a tutte le panzane no vax sui presunti morti per vaccino (noi poveri fessi vaccinati dovevamo morire tutti a giugno, poi a settembre, poi a novembre e invece ancora nulla… pochissimi casi riscontrati di morte correlata a vaccino mentre, nel frattempo, di no vax morti per covid ce ne sono stati un bel po’, eh.. il karma!), ci dobbiamo anche sorbire una nuova figura del no vax: l’osservatore dei disastri esteri.

Se in estate la parola d’ordine del no vax era “guardate cosa succede in Israele!” oggi è “guardate il Belgio!” mentre fra queste due sono già apparse (e poi scomparse) “guardate il Portogallo!” e “guardate l’Inghilterra!”. Qualunque sia il paese in questione, inevitabilmente la frase successiva è inevitabilmente questa “lì sono tutti vaccinati eppure guardate quanti contagi!

Quel che succede in realtà è molto semplice e non solo previsto ma dichiarato (dai divulgatori seri): questi tipi di vaccini non salvano completamente dal contagio (non sono sterilizzanti, tanto per usare brutte parole scelte da chissà chi) ma prevengono nella quasi totalità dei casi le forme gravi della Covid. Quindi può anche essere che a seconda del tipo di vaccino e del periodo in cui l’efficacia di questo viene a calare si hanno dei numeri di contagi alti in alcuni paesi con pure buone percentuali di vaccinati, ma quel che conta è la mortalità del virus che è drasticamente calata. (Per questo in Inghilterra la bbc non parla più del virus a differenza di noi anche se hanno venti volte i nostri contagi… perché l’hanno capito che non sono i contagi e gli asintomatici il problema ma chi la sviluppa in forma grave).

Quel che è invece certo è che statisticamente parlando i vaccini funzionano eccome, anche nel diminuire contagi con buona pace degli osservatori no vax, ma soprattutto per abbassare la letalità della Covid e quindi il numero di morti nella popolazione di uno Stato (nonché il numero di persone ricoverate all’ospedale o  in terapia intensiva).

Il fatto è che non bisogna mai prendere il caso singolo ed estemporaneo di un paese ma fare un’analisi di una serie rappresentativa di dati. Cosa che oggi con excel e una connessione web può fare chiunque,  e infatti ecco con venti minuti scarsi di lavoro una semplice rappresentazione di ciò che sta succedendo in Europa alla data odierna. (15 Novembre 2021 – dati presi da https://ourworldindata.org/ e dai grafici interattivi del Financial Times)

Le tre linee rappresentano la correlazione lineari dei dati citati nella legenda.
In sintesi. La linea blu è l’andamento delle percentuali dei vaccinati con ciclo completo in ogni paese d’Europa, dal massimo del Portogallo al minimo dell’Ucraina (en passant : chissà perché nessun no vax dice “guardate cosa sta succedendo in Ucraina“, mah!).
La linea nera è il numero dei nuovi casi giornalieri di Covid (dato mediato sui sette giorni) e la pendenza è esattamente opposta a quella dei vaccini. Questo ci dice senza possibilità di dubbi che. casi particolari a parte, dove ci sono meno vaccini ci sono più contagi. Ovvio che, estrapolando i dati puntuali di due paesi qualunque, si possa avere un’impressione sbagliata; è per l’appunto a questo che serve la statistica sui grandi numeri.
La linea rossa è l’andamento dei morti giornalieri per covid. La pendenza è sempre opposta e quindi si conferma l’associazione ma è molto più pronunciata, tanto che la prima parte della retta correlatrice finisce nel quadrante negativo (ma questo non vuol dire che i morti in Portogallo tornino in vita e se non capite questo discorso fareste meglio a tornare a scuola a studiare matematica invece di scendere in piazza).

Sinceramente non ci sembra che sia così difficile da capire e neanche da divulgare e non riusciamo a capire perché questo tipo di dati, molto facili da reperire e che chiunque può verificare con un paio di click, non vengano portati dai vari virologi televisivi per zittire l’antiscienza dei no vax.

Sarà mica un complotto?