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Cento canzoni di cui parlare. Sornione

Pubblicato il 21 Ott 2018

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“A domandarti come stai / si corre sempre un certo rischio/ Il rischio che risponderai / e questo normalmente sai / non è previsto!”

Ci sono dei pezzi che vivisezionano la realtà che stiamo vivendo, in modo spietato ma incontestabile.
Quando Daniele Silvestri e Niccolò Fabi fecero uscire questo pezzo nel 2011 (contenuto nell’album “s.c.o.t.c.h.”) , forse qualcuno poteva pensare ancora che i due cantautori romani fossero un poco esagerati e che le relazioni umane non si fossero degradate fino al punto qui descritto.
Come sempre invece le sensibilità degli artisti portano ad essere in anticipo sui tempi,  vedendo senza filtri quello che sta succedendo nel presente.
Oggi, quando si chiede al prossimo “come stai?”, nella domanda sembra quasi inclusa l’avvertenza che si debba rispondere solo “bene!” perché in qualunque altro caso, chi ha fatto la domanda nella migliore delle ipotesi, dirà: “Ah e se stai male tu, pensa io come sto messo!”.

Del resto chi chiede mai, apertamente, aiuto oggi? Nascondere, ostentare, lamentarsi sempre ma sempre in astratto (le banche, i politici, il club bildenbergh, gli immigrati) ma mai ammettere che stiamo male forse per altri motivi. Tipo il fatto che non abbiamo semplicemente più qualcuno con cui parlare sinceramente.
Ci scambiamo centinaia di faccine, di like e di abbracci sulle varie chat dei social, ma avete mai ad abbracciare qualcuno veramente? A meno che non sia il vostro partner vi guarderà con estremo sospetto. Perché un’abbraccio vero non è previsto, mette in difficoltà… magari fa perdere la virilità all’uomo che lo fa’ o magari è troppo virile per chi lo riceve. Meglio, molto meglio, limitarsi a scrivere “ti mando un abbraccio” sulla pagina social.
Li si può, perché come continua Daniele Silvestri nella canzone: “Non è prevista l’onestà e se ti guardi intorno, mi darai ragione. E va di moda la sincerità ma solo quando è urlata alla televisione!” Televisione o social network, il suo surrogato che cambia di ben poco il concetto.
Perché essere onesti e sinceri se ci si può nascondere dietro una maschera? Sui volti veri ci sono le cicatrici di una vita che non sono belle da mostrare, usiamo le maschere che sono così comode.

E poi si sa: “La verità non paga mai anzi negli altri mette sempre agitazione!
Perché rovinare le convinzioni del prossimo? Lascia, stare non ci far caso, mettilo in ignore. Non toglierli l’amicizia che si arrabbia ma non ribattere a quello che scrive, non è necessario che lui sappia che tu la pensi diversamente.
Del resto a che serve discutere ed avere ragione? Anche con una persona estranea magari antipatica saccente e supponente, cosa ci guadagni a dimostrale che sta scrivendo fesserie? “Chi non conosce dignità, non può nemmeno percepire umiliazione”.
E allora cosa fare? Semplice, dai retta a Daniele Silvestri: “se qualcuno mai te lo rinfaccerà non gli rispondere, sorridigli sornione!

Allora non c’è speranza per chi pensa ancora che abbiano un senso le relazioni umane?
Forse sì, te lo spiega Niccolò Fabi come fare… ascoltatelo bene:
Anche se sembra che nulla mai mi tocchi /quando sorrido non chiudo certo gli occhi! /Ma le regole le so giocherò seriamente come so, come sai /Altrimenti non potrei rispettare a fondo questo impegno/ e domandare ancora il tuo sostegno! /Amami…tu amami! (e certamente soffrirai ti ribellerai, mi maledirai mi dirai che ti rovinai poi mi odierai poi,  forse, ci ripenserai) /E osserva bene questo ghigno/ Quando mi rincontrerai mi sorriderai… sornione.

Ecco, imparate a riconoscere i sorrisi sornioni e quando saranno contraccambiati apritevi con quelle persone che se lo meritano. Cercate di non lasciarle più scappare perché, ricordatelo sempre, con tutti gli altri rispondere alla domanda “come stai?” semplicemente non è previsto.