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Aspettando la fine del mondo. Mi porta un greenwashing con la cannuccia di carta?

Mentre a Venezia entra in porto lo yacht di 108 metri de “l’ex di Mariah Carey” aka “James Douglas Parker” milionario australiano, i mass media si mettono a disposizione del futuro governo dell’Assurdistan. Infatti stanno già formando gli haters contro gli sprechi di energia.

Parliamo degli sprechi piccoli, ovvio.

Passata la pandemia e con i runners e i barbecue tornati ad essere accettati in società è quanto mai necessario trovare urgentemente il nuovo nemico a cui dare la colpa dello sfacelo generale.

In questo caso, visto la barbarica pretesa di Putin di farsi pagare il gas che ci vende (magari pure a prezzo di mercato, ma dove crede di essere? In un libero mercato capitalista nemico del popolo?), l’imperativo categorico dell’Assurdistan sull’energia è: Risparmiare. E risparmieremo!

I legiferatori uscenti-ma-presto-rientranti (ma cosa vuoi che sia un’elezione qui da noi) riuniti in un epico summit antiputiniano hanno già fissato le eroiche riduzioni di un grado sulla temperatura da impostare in casa (non tutti hanno un impianto moderno con termostato regolabile in casa, ma non diteglielo per carità! che mettere un politico italiota a contatto con la realtà si rischia lo stesso effetto che si ha con la materia e l’antimateria). Ora partirà la formazione di apposite squadre speciali anti spreco; saranno forse formate da soggetti con poteri psichici o vista a raggi x per stabilire, guardando un condominio di 50 appartamenti dall’esterno, chi sta sprecando energia. Oppure chissà, il prossimo ministro dell’Interno realizzerà il sogno di Roberto Speranza dando carta bianca alle squadre speciali di sfondare la porta delle case dietro segnalazione dei vicini delatori.
Eh… ce l’avesse avuta il neo-presidente di “Articolo 1” durante la pandemia questa possibilità… chissà quanti untori avrebbe incarcerato!

Ah ma allora vuoi vivere sollazzandoti nel lusso e fregandotene degli altri!” tuonerà il fedele suddito dell’Assurdistan leggendo queste parole.

In realtà la questione è molto semplice, ha provato a spiegarla il nostro amico Andrea Marinucci Foa con poche righe social.

Io credo che il risparmio energetico sia fondamentale, almeno fin quando non avremo energia pulita a bassissimo costo.

Però credo anche nella scala dei provvedimenti, ovvero che prima di chiedere sacrifici ai cittadini sulle piccole cose (e piccoli consumi) quotidiani si cominci dal risparmio su scala maggiore.

Per esempio, vietare le tratte aeree, pubbliche e private, dove ci sono alternative percorribili via treno o nave. Perché un solo aereo consumerà in un viaggio decine di milioni di cotture di spaghetti. E oltre al consumo diretto, c’è il consumo indiretto di energia per il disinquinamento (che ancora è al palo, ma prima o poi dovremmo farlo). Vietare le meganavi turistiche, l’obsolescenza programmata, la reperibilità continua fuori orario, che costringe a lasciare accesi i cellulari e controllare millemila volte la posta elettronica, l’auto privata usata dove ci sono collegamenti pubblici etc. etc. etc.

Altrimenti si finisce che una parte dei cittadini si mangia la pasta a metà tra semicruda e collosa per evitare uno spreco dello 0,01% mentre il sistema continuerà così com’è, sprecando il 99,99% allegramente.

Buon senso verrebbe da dire. Cosa molto più rara del Coltan qui in Assurdistan.

In realtà la tattica del concentrarsi sul dettaglio insignificante, praticata dalle dittature degli inetti per autoassolversi, non è nuova e permette anche al suddito di autoassolversi. Spegnere l’acqua della pasta quando bolle mentre al telefono si ricorda al coniuge di comprare dieci cassette di acqua minerale, le fragole per guarnire la torta di Natale, e prenotare il viaggio in aereo Firenze – Milano è molto catartico.

Quindi, se si parla della necessità di  ridurre l’uso di materie plastiche ed è ben noto che bisognerebbe proibire gli imballaggi non necessari, vietare l’uso del Pet per l’acqua e le altre bevande, e il ritorno al “reso” della bottiglia vuota di vetro; su cosa mettiamo il focus? Ovvio, sul successo ottenuto nel “costringere” le aziende a sostituire le cannucce di plastica con quelle di carta.

Se si parla della perdita di biodiversità del pianeta e della Sesta Estinzione di Massa in corso  ed è ben noto che bisognerebbe impedire l’uso di jet e yacht privati, del trasporto di merce non deperibile su gomma, delle tratte aeree non necessarie, di chiudere le città alle auto per incentivare i mezzi pubblici e ridurre drasticamente il consumo di carne procapite soprattutto in Usa per frenate il global warming... su cosa poniamo l’attenzione? Sulla necessità di ridurre la popolazione dei gatti europei in quanto predatori feroci e colpevoli della perdita di biodiversità.

Altro che tchaffico” direbbe l’avvocato di Johnny Stecchino “Quello iè un problema vecchio e non ci si può fare nulla… oggi il cchiù grave problema dell’Assurdistan e de o munnu sono i gatti! Troppi felini! Cacciano, loro si divertono e u passerotto sparia!

Ora non vogliamo certo prendere in giro chi si occupa seriamente di biodiversità e della sua tutela, e siamo totalmente consapevoli che in alcuni casi (Nuova Zelanda e Australia) i gatti sono una specie invasiva (arrivata lì negli ultimi secoli) e stanno causando non pochi danni all’ecosistema; ma, a prescindere dal fatto che in Europa i gatti non possono essere considerati specie invasiva, dovrebbe essere ben chiaro che la causa più grande della perdita di biodiversità si chiama attività antropica e non è certo partendo dai felini che si risolverà la questione.

Il tutto mentre sono iniziate le campagne pubblicitarie per invitar la gente a far scorte di pellet perché “l’inverno sta arrivando”.

[pubblicità su facebook, settembre 2022]

Oggi chi prova a far notare che le questioni sono malposte e che non si può pensare di risolvere un problema agendo su cause che influiscono su di esso solo in minima parte, viene accusato di benaltrismo (terrorismo sembrava eccessivo e novaxismo proprio non ce l’hanno fatta a farcelo rientrare).

Ma quando si vuole risolvere un problema sociale la prima cosa da fare è proprio valutarlo nel suo complesso e agire in modo in cui la soluzione non sia peggiore del male stesso. E non è sempre vero che cominciare dalle piccole cose sia sempre senza conseguenze (senza contare il fatto che per il cambiamento climatico il discorso “facciamo un piccolo sforzo di rinuncia a testa e le cose rientreranno” è stato superato almeno da venti anni).
Spesso, cominciare dalle piccole cose (la cannuccia, la cottura passiva, il grado in meno sui termosifoni, i gatti) significa la totale mancanza di volontà politica di affrontare le vere cause del problema e depotenziare la presa di coscienza critica nelle persone.

Ho già spento il gas dalla pentola che bolle, ora cosa mi vuoi dire che non posso andare in centro con la macchina?

Una volta si chiamavano Armi di Distrazione di Massa. Oggi invece anche i movimenti critici si accodano a provvedimenti assurdi per non peccare di benaltrismo.