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Aspettando la fine del mondo. Le aperture della Cultura Italica, quelle belle.

“Ehi scrittori avete sentito? Il Salone del Libro apre le porte agli scrittori “self publishing”.

Capita così che uno come me, pubblicato sia con case editrici sia in Self Publishing con un collettivo di scrittura, vada a leggersi il bando per sapere cosa fare per partecipare al Salone del Libro di Torino (SalTO per gli amici) 2023. Dopo poco  comincia a chiedersi se è una provocazione o pensano che siamo tutti fessi noi “selfisti” e allora si instaura questo illuminante scambio epistolare con l’organizzazione del Salone.
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Alex a SalTO 22 nov 2022 15.13
oggetto: siete seri? 

Egregi organizzatori del salone del libro di Torino,
nessuno mette indubbio il valore del vostro appuntamento ma questa roba qui l’avete pensata per provocare? —> https://www.salonelibro.it/salto-pro/salto-pro-articolo/salto-pro-al-salone/area-self-publishing.html

Secondo voi questo è aprirsi al self publishing? Ma siete seri?

1) A parte il fatto che chiedere a un autore di self publishing 350 euro + iva e cioè 427 euro singifica che volete spillare soldi a sprovveduti perché facendo due conti, se poi l’autore può portare o mandarvi solo 25 copie significa che per rientrarci dovrebbe venderle tutte a un prezzo superiore ai 17 euro (e quasi sempre il prezzo delle copie stampate in self publishing sono inferiori)

2) Ma davvero pensate di compensare la cosa con un’intervista in un corner? Ma cos’è un film di Totò e Peppino a Torino?

3) L’unico motivo per cui un autore self potrebbe darvi una cifra del genere è che gli diate uno stand in mezzo alle case editrici senza creare “il ghetto dei selfisti” come l’ha definito qualcuno che ha avuto la sfortuna di capitarci lo scorso anno. Uno stand piccolo magari, ed finanche condiviso ma che abbia pari dignità e dove soprattutto possa portare tutta la sua produzione, non un titolo. O pensate ancora che il self sia un gioco e chi fa il self siano solo sprovveduti?

Io capisco che il vostro cliente principale sono le case editrici, ma allora evitate di fare i finti democratici aperti di vedute, che non vi viene mica bene.

Distinti saluti e buon lavoro

Alessandro Chiometti

 

SalTO ad Alex 22 nov 2022 17.39
oggetto: Re: siete Seri?

Buongiorno Alessandro.

il Salone del Libro di Torino è consapevole che Il self publishing sia diventata ormai una realtà importante e sempre più “professionale”.

I libri dei self sono curati editorialmente spesso al pari di quelli degli editori (correzione di bozze, editing, copertina ecc.) e anche la quota di mercato è sempre più rilevante.

Per questo motivo il Salone ha organizzato un’area specifica da destinare agli autori, un’area che venga riconosciuta, visitata e apprezzata anche dal numeroso pubblico presente al Salone.

Da regolamento 2023 – e il regolamento vale per tutti, autori e editori – ad acquistare uno stand devono essere editori o altre realtà culturali, giuridicamente riconosciute (non privati) e non è possibile vendere libri che non siano di propria produzione a meno che non si paghi la fee di editore ospite (€ 400+iva)

E’ quindi corretto che a tutti siano riservati stessi trattamenti e stessa visibilità, in relazione alla propria realtà, anche perché, come in tutte le fiere, il valore della presenza non è solo nella vendita dei libri, comunque importante, ma nel farsi conoscere e nel fare network con altre realtà e con altri autori.

Lo scorso anno molti autori hanno comunque venduto successivamente tutte le loro copie grazie alla visibilità del Salone, che li considera al pari degli altri espositori inserendoli quindi nel catalogo, con un proprio profilo e l’elenco delle pubblicazioni. Altri ancora, grazie al Salone, si sono guadagnati credibilità e uno spazio di visibilità in alcune librerie della loro città.

Considerato inoltre che quest’anno per accedere alla Libreria si deve comunque passare una selezione, la semplice presenza diventa un’attestazione di qualità editoriale del libro che l’autore può valorizzare e utilizzare al meglio nella sua comunicazione.

In più non viene trattenuto alcun importo dalla libreria (che gestisce logistica, spedizione, incassi e presidio). L’intero importo di vendita viene quindi girato successivamente all’autore.

Anche gli altri self presenti in passato in modo “non ufficiale” al Salone saranno ricondotti a quest’area, che vuole essere da una parte un riconoscimento per questo settore, dall’altra una garanzia di qualità editoriale del volume nei confronti del pubblico che deve avvicinarsi a questa produzione senza pregiudizi.

Ci preme ora condividere un’ultima considerazione: fare il Salone del Libro di Torino prevede un’organizzazione, autori che arrivano da tutto il mondo, logistica, staff, ospitalità ecc. attività che hanno un costo enorme, sostenuto dalla vendita degli spazi. Il pubblico viene al Salone grazie a tutta l’organizzazione di cui sopra e quindi poi gira tra gli stand e compra i libri degli altri editori e degli autori self.

Il Salone con questa iniziativa sta dunque investendo negli autori self, prevedendo un’area specifica, un allestimento, un presidio, una logistica e una giuria che seleziona i testi, oltre a un’attività di comunicazione per valorizzare area e autori.

E considera gli autori self professionisti della filiera editoriale, riservandogli quindi un trattamento professionale.

Ci aspettiamo che gli autori self, al pari degli editori, facciano le loro scelte e valutino le opportunità messe loro a disposizione decidendo quindi se partecipare o meno. Probabilmente, con la crescita di questa produzione, anche in termini di autorevolezza, le possibilità saranno via via sempre più numerose. A oggi ci pare di aver fatto – primi tra tutte le fiere – un passo importante per il riconoscimento di questo settore.

Che decidiate di partecipare o non partecipare al progetto, sarete comunque anche voi a trarne beneficio come autori self e di questo non possiamo che essere lieti.

Aggiungo che il Salone sta lavorando con realtà e autori self per trovare il modo migliore per valorizzare il progetto, nel rispetto di quanto espresso sopra.

Io e lo staff siamo disponibili a confrontarci sui vari punti anche con lei, purché questo avvenga con rispetto ed educazione.

Con stima e simpatia

[lettera firmata]

Alex a SalTO 22 nov 2022 ore 20.16
oggetto: Re: Re: siete seri? 

La ringrazio per la cortese e soprattutto inaspettatamente celere risposta, non la ritenevo di certo scontata.
Capisco il suo ruolo tuttavia ci sono numerose incongruenze in quello che scrive che non posso fare a meno farle notare ripromettendomi di usare nei suoi confronti il massimo rispetto. 

1) lei scrive: il Salone del Libro di Torino è consapevole che Il self publishing sia diventata ormai una realtà importante e sempre più “professionale” etc. etc. Poi però, più avanti mi scrive:Considerato inoltre che quest’anno per accedere alla Libreria si deve comunque passare una selezione, la semplice presenza diventa un’attestazione di qualità editoriale del libro che l’autore può valorizzare e utilizzare al meglio nella sua comunicazione.”
No, mi scusi ma questa le è proprio uscita malissimo. Se il SalTO è consapevole (etc etc) allora chi fa self publishing non ha bisogno di dare 350 + iva al SalTO per vedersi riconosciuta la qualità editoriale della sua opera. Anche perché si parla di una cifra elevatissima (per un autore indipendente) con la quale potrebbe iscriversi almeno a dieci concorsi nazionali di narrativa edita in cui arrivare in finale in uno di questi già darebbe molta più visibilità del fatto di avere un libro al SalTO 2023.
Io ci sono stato come autore (pubblicato da regolare casa editrice) quindi non parlo per sentito dire. Certo, è un’ottima occasione e mi ha dato una  mano nella mia carriera (non certo eccezionale)  da scribacchino. Ma altrettanto certamente non vale quella cifra. Opinione personale, incompatibile con la sua? Può darsi ma su questo punto non ho molto da aggiungere e non credo lei abbia molto con cui convincermi. Se qualcuno dei selfisti presenti, o che lo saranno, ha idee diverse buon per lui, ognuno è libero di decidere i suoi investimenti.

2) Lei scrive: “Da regolamento 2023 – e il regolamento vale per tutti, autori e editori – ad acquistare uno stand devono essere editori o altre realtà culturali, giuridicamente riconosciute (non privati) e non è possibile vendere libri che non siano di propria produzione a meno che non si paghi la fee di editore ospite (€ 400+iva)
E’ quindi corretto che a tutti siano riservati stessi trattamenti e stessa visibilità, in relazione alla propria realtà, […]
Appunto, è proprio questo il problema! Essere presenti con 25 copie di una sola opera non mi da certo la stessa visibilità di chi ha la fortuna di averne pubblicate tre (magari a pagamento) ed ha l’opportunità di fare firmacopie, incontri, e soprattutto di avere uno stand dignitoso come gli altri. Ovvio che io non sto chiedendo che il sottoscritto debba avere i metri quadrati che destinate a Mondadori, ma semplicemente la possibilità di accedere a stand, magari collettivamente con altri autori selfisti, esattamente come i piccoli editori. E come dice lei, quello è il VOSTRO REGOLAMENTO, non certo una legge. Lo avete deciso voi, e al di la’ di quello che vi siete riproposti di fare  il fatto è semplice, ci considerate di serie B. Anzi di serie Z perché prima vengono tutti gli altri a partire dalla Mondadori, passando per i medi, per i piccoli, per gli editori a pagamento più o meno dichiarati, per gli editori di partito, per le scuole di scrittura, per le associazioni culturali che pubblicano solo i soci (magari solo quelli del direttivo) etc etc. Tutti con uno stand loro. Poi alla fine noi poracci. Mi è uscito il romanesco, chiedo venia.

3) Poi lei mi parla di spese: “fare il Salone del Libro di Torino prevede un’organizzazione, autori che arrivano da tutto il mondo, logistica, staff, ospitalità ecc. attività che hanno un costo enorme, sostenuto dalla vendita degli spazi. Il pubblico viene al Salone grazie a tutta l’organizzazione di cui sopra e quindi poi gira tra gli stand e compra i libri degli altri editori e degli autori self.”
Ora al di là della pubblicità e dei finanziamenti pubblici che comunque prenderete per fare il SalTO (non voglio cominciare a fare discorsi qualunquisti), la domanda è: e quindi?  Ma ad un autore pubblicato chiedete 350 euro più iva per essere lì con 25 copie di  un suo libro? No ovviamente,  perché la sua casa editrice paga già lo stand. Io vi sto chiedendo di trattarci nella stessa maniera. Se non c’è la casa editrice non cambia nulla, ci può essere un collettivo o un autore singolo se ha già molte pubblicazioni. Fateci gli stessi prezzi che fareste a un piccolo editore  per uno stand di 3mq. Sinceramente non capisco dove sia il problema.
Ma tornando alle spese, nella mia prima mail le ho scritto che per rientrare dell’investimento l’autore dovrebbe vendere tutte le 25 copie a 17 euro. Ovviamente sbagliavo, Le dovrebbe vendere tutte ad almeno 30 o 40 euro l’una, perché tutto il resto è a carico dell’autore. Viaggio, vitto e alloggio. E spedizione delle suddette. No, mi dispiace, più ci penso e meno mi sembra che mi convenga. Però non dubito che riempirete i 150 posti e incasserete 52.500 €. Del resto se c’è ancora chi paga finti editori solo per vedersi pubblicare il libro…

Mi dispiace, ho virato sull’acido, ma non sono di primo pelo e comincio ad essere stufo di vedere come è gestita la cultura in Italia.
Buon lavoro, sinceramente.

Alessandro Chiometti

 

SalTO ad Alex 22 nov 2022 22.44
oggetto: Re: siete Seri? 

Buonasera Alessandro.

In generale cerchiamo di rispondere sempre e in tempi brevi, compatibilmente con il carico di lavoro.
Le sue obiezioni partono dal suo punto di vista, che ovviamente rispettiamo.
Il Salone del Libro ne ha uno differente che tiene conto di diversi elementi. In primis, il Salone del libro di Torino è una fiera di editori, non di autori.
Forse in futuro le cose cambieranno e, se ciò avvenisse, saremo contenti di aver contribuito con questa iniziativa a dare maggior peso e rilievo agli autori self, nonostante tutte le contraddizioni e le polemiche che  inevitabilmente accompagnano i nuovi progetti.

Un cordiale saluto

[lettera firmata]

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Cari amici del SalTO, un grande applauso per aver risposto rapidamente alle mail, per la professionalità e anche per la disponibilità dimostrata nell’ascoltare le critiche.
Per il resto se è una fiera di editori e non di autori rispondere ancora sarebbe stato pleonastico.