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Aspettando la fine del mondo. Il pessimismo della ragione.

Pubblicato il 13 Dic 2018

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Non avete idea di quanto un pessimista che si considera un realista abbia voglia di aver torto.

Arrivo alla conferenza di Luca Mercalli (metereologo e climatologo italiano) di Martedì 11 Dicembre a Perugia sperando che mi dia conforto smentendo le mie impressioni che, da profano, ho avuto raccogliendo gli studi per il prossimo numero di Civiltà Laica: “Tifiamo estinzione?”

E invece Mercalli, probabilmente allontanato dalla Rai perché era l’unico che raccontava le cose come stanno, ci è andato giù molto più pesante di quanto pensavo.

L’accordo di Parigi nel contenere l’anomalia termica a + 2,0°C ? Saltato, non c’è possibilità in questi ultimi dodici mesi  che si trovi un accordo serio per applicare le misure stabilite. Peccato era il penultimo tremo per evitare il disastro.

Sì era il penultimo. L’ultimo… davvero l’ultimo, è il 2025. Se riusciremo a prendere delle misure (che per inciso dovrebbero essere ancora più drastiche di quelle di Parigi) entro il 2025 forse, e Mercalli sottolinea più volte forse riusciremo a mantenere l’anomalia a +3,0 °C . Se dovessimo perdere anche quello allora “lasciate perdere tutto, fate una bella festa e godetevi gli ultimi decenni di terra abitabile“. Parole sue, virgola più virgola meno.

Non è una questiona di “punto di non ritorno” quello ce lo siamo giocati da un pezzo, da almeno 30 anni,  come sa chiunque legge gli aggiornamenti dell’IPCC. L’impatto devastante sul pianeta è inevitabile ed è già in corso (sesta estinzione di massa, uragani nel mediterraneo, alluvioni e inondazioni ovunque). La questione è se riusciremo non ad invertire la rotta (cosa forse possibile in qualche secolo), ma a limitare i danni.

Con l’anomalia a +3.0°C comunque avremo delle conseguenze terribili (l’Italia sarà per la maggior parte desertificata, probabilmente il delta del Po sarà sommerso, probabilmente le città costiere dovranno alzare di un paio di metri le strade e dare per persi i primi piani dei palazzi, come ha già fatto Miami), ma la Terrà non sprofonderà in quel baratro irrecuperabile che si chiama “Hot Earth” che la costringerebbero a temperature tali da fargli saltare anche la prossima glaciazione.

Non è allarmismo e non è catastrofismo. Sono studi condivisi dal 99,94% della comunità scientifica.

Ma qualcuno si presenta ancora a queste conferenze parlando di Zichichi e di scie chimiche. E per fortuna non c’erano i no vax e i terrapiattisti!

La storia della nostra società è quella di un uomo che cade dall’ultimo piano di un grattacielo e ad ogni piano si ripete: fin qui tutto bene, fin qui tutto bene, fin qui tutto bene’ . Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.” M. Kassovitz – “L’odio”.