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Aspettando la fine del mondo. “Il conto per favore!”

Pubblicato il 2 Gen 2021

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Da quel che mi ricordo, con i  miei 48 anni suonati, un’edicola nel mio quartiere c’è sempre stata.
Del resto con quasi diecimila abitanti della zona il lavoro non gli è mai mancato. Fino ad oggi.
Poi una mattina esci per la tua passeggiata in zona rossa (compagni avanti il gran… ah no, scusate non è quel rosso) e vedi che non puoi più dare la tua solita sbirciata ai quotidiani mentre compri qualche rivista.

Dentro il mio amico edicolante che stacca le ultime locandine e mi riassume quello che già so.
La gente sta a casa quindi di giornali se ne vendono la metà dei già pochi che se ne vendevano prima. I ragazzi non vanno a scuola quindi quaderni penne e quadernoni sono tutti lì. Gli aiuti promessi a maggio non sono mai arrivati, forse una minima parte a luglio… ma niente di che e figuriamoci i ristori. I contributi delle tasse li hanno fermati per due mesi per chiedertene il doppio a settembre. L’affitto invece solo i creduloni hanno pensato che qualcuno potesse non pagarlo.
“Ma intendiamoci, queste cose le dico a te e a pochi altri… perché se mi sento dire di nuovo ‘ma no dai non è vero il governo ha aiutato tutti’ poi…mi capisci no? Perché oh, alla fine sembra che sono stupido io… questi pensano che ho rifiutato i soldi per fare un dispetto a Conte!”
Non gli dico molto se non il classico “in bocca al lupo”, non è il caso di girare il coltello nella piaga.

Un edicola, due soci che la dividevano, due famiglie che dipendevano da loro. Chi se ne frega, tanto c’è il reddito di cittadinanza no? Non è così?
Perché sì, il discorso è ancora quello, va ANCORA bene tutto, basta che non ci prendiamo la Covid. Come analizzavano i Wu Ming a ottobre scorso.

Va bene che i negozi chiudano come mosche e andrà bene che presto arriveranno i licenziamenti di massa. Bisogna chiudersi in casa e chiamare il rider per la pizza e sparare dalla finestra a quelli che fanno pisciare il cane troppe volte.
Va bene tutto purché non ci prendiamo la Covid.

Va bene che il governo continui a prendere provvedimenti dimostratesi totalmente inutili e continui a non pensare alle cose essenziali come raddoppiare le corse dei trasporti pubblici.
Va bene tutto purché non ci prendiamo la Covid.

Va bene che siamo l’unico governo senza un piano su COME e QUANDO fare i vaccini, va bene che ci siano arrivati per il primo giorno di “VaxDay” un quindicesimo delle dosi di vaccino arrivate alla Germania. Va bene che il Lazio dia la priorità ai preti e non agli anziani per il vaccino.
Va bene che senatori del PD e governatori leghisti facciano finta di litigare su ritardi e mancati aiuti.
Va bene che ci raccontino frottole, va bene che ci sono morti i genitori senza poterli neanche salutare, va bene che ci sono gli amici che non possono fare gli screening ai loro tumori perché non si sa cosa cazzo stanno facendo alla ASL.
Va bene tutto purché non ci prendiamo la Covid.

E andrà bene che licenzieranno gli operai in massa.
E andrà bene che non ci sarà più la scuola.
E andrà bene che gli insegnanti saranno sostituiti da video registrati, diciamolo chiaramente, molto più democratici e funzionali. Se un alunno deve stare a casa perché fare differenze fra chi ha un professore capra e un professore genio? Il governo selezionerà i professori migliori li registrerà e d’ora in poi le lezioni saranno quelle.
Le scuole. Chiuse. Ci faranno dei bei centri commerciali che potranno aprire solo quando apriranno i recinti delle pecore tre o quattro volte l’anno.
E i porfessori? Licenziati. Chiusi a casa con il loro bel reddito di cittadinanza. “Dai lo portiamo a 700 euro. Contenti? No? 800, basta però che sennò poi lo spendete in sciocchezze. Invece noi ci teniamo alla vostra salute, come quando abbiamo boicottato il sistema di testing e tracing perché se vi facevamo i test rapidi e vi dicevamo che eravate negativi poi chissà che facevate… vi andavate a prendere lo spritz, magari. Incoscienti. Fortuna che avete a noi che ci prendiamo cura di voi. Siete le nostre pecore. Anzi siete le nostre piante grasse. Vuoi da bere. Tieni, non troppo che ti fa male però. ”

Ma no, questa è distopia, ed è una distopia che non si avvererà. Perché ne siamo sicuri che non si avvererà? Perché prima arriverà il conto, e sarà tale che probabilmente salteranno anche stipendi pubblici e pensioni sotto la dizione “default tecnico”. E allora (forse) sì capiremo che Conte e Speranza e i loro pretoriani avevano proprio ragione. È sta sempre colpa nostra.

È stata colpa nostra che abbiamo accettato tutto pur di non prenderci la Covid.