Aspettando la fine del mondo, Blog

Aspettando la fine del mondo. Charly ha smesso di pedalare.

Pubblicato il 7 Giu 2019

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La bicicletta che arranca lenta nella salita che porta dal centro a Borgo Rivo.
Una pelliccia improbabile.
I capelli sempre più radi.
Il viso sempre più provato da una vita che se gli aveva dato qualcosa se l’era ripreso da tempo.

Charly lo incontravi in queste sue scalate lente mentre tornavi a casa, del resto lo chiamavano così in onore di un vecchio campione di ciclismo. Fino ad un paio di anni fa lo incontravi spesso anche in qualche tavolo di osterie e tavole calde tipiche della nostra Konka; era lì a mangiare da solo, circondato dalle foto dei suoi parenti e dei suoi gatti scomparsi. Tutti i suoi amori che non c’erano più, e che lui disponeva attorno ai suoi piatti del pranzo quasi in un rito religioso.
TI vedeva, e anche se avevi giocato solo pochi anni nella Maroso ti riconosceva sempre. Lui che conservava i filmati di tutte le partite della squadra ternana del quartiere di Borgo Rivo dagli anni settanta. 

A volte rispondevi al suo saluto in modo frettoloso, per la paura che ti incatenasse per ore nei suoi racconti del passato. Ma per fortuna ogni volta che vedeva una donna ti lasciava di colpo, lanciandosi nei suoi corteggiamenti garbati come usavano i latin lover delle vecchie sale da ballo. Anche se non era in una sala da ballo.

Mi aveva detto una delle ultime volte che l’ho incontrato:  “Son stato male ma son contento, vedi come sono dimagrito? Ora le donne son tutte per me“.

Charly che amava i suoi gatti così tanto che quando glie ne moriva uno pagava l’agenzia funebre per esporre nel quartiere i manifesti che ne annunciavano la morte. Lo prendevano in giro per questo, coprendosi la bocca, come si usa da ragazzini, e sussurrandosi all’orecchio in sua presenza “Lo hai visto?” Ma lui se ne fregava e continuava ad affiggerli. E ad ogni modo tutti lo trattavano con rispetto perché era una brava persona.

Charly sarebbe stato bene in un film come Radiofreccia, nelle parte di Bonanza o del professore che registrava le voci dei defunti. Correggio o Terni, la provincia italiana si ripete cambiando interpreti e dialetto. Ma la trama resta quella.

Oggi ho scoperto che Charly ha smesso di pedalare e forse ora starà riabbracciando i suoi gatti. E come sempre in questi casi, la konka mi sembra già un po’ più vuota.