Aspettando la fine del mondo, Blog

Aspettando la fine del mondo. Archiviamo la giornata della memoria.

 

Lasciamo da parte l’ipocrisia e ammettiamolo. La giornata della memoria della Shoah va quanto meno sospesa.

Si può parlare di “memoria” se stiamo ricordando dei fatti lontani nel tempo e li vogliamo ricordare perché siano da monito per le generazioni presenti. Oggi invece i fatti ricordati semmai sono di esempio per molti individui  delle generazioni a cui vorremmo tramandare la memoria.

Qualunque compito di “memoria storica” si fosse prefissato chi ha deciso di istituire questa ricorrenza nel giorno della liberazione di Auschwitz ha miseramente fallito. Accettiamolo e andiamo avanti.

Perché non si può parlare di memoria quando quello che vorremmo sia solo un ricordo accade tutti  i giorni, continuamente. Sotto i nostri occhi.

Dicono che gli olocausti o i genocidi iniziano quando si comincia a parlare di “noi e loro” e qualcuno vuole convincerci che è colpa “loro” se il nostro non è il migliore degli stati possibili.
Quando invece ci sono degli esseri antropomorfi che commentano la notizia “Un immigrato è stato salvato dai vigili del fuoco dopo un tentativo di suicidio” scrivendo “peccato!” l’olocausto sta già avvenendo.

Sta avvenendo quando leader politici in campagna elettorale citofonano campanelli di famiglie immigrate chiedendo “lei spaccia?”

Sta avvenendo quando continuate a chiedere “perché non li portate a casa vostra?”

Sta avvenendo quando dite che l’omofobia non esiste. Sta avvenendo quando dite che il femminicidio non esiste. Sta avvenendo quando dei paesi polacchi mettono l’avviso “città de-omosessualizzata” al loro ingresso, sta avvenendo quando un vicesindaco posta il suo video gridando “Vinciamo queste elezioni regionali e poi vi faremo male. Vi faremo un culo così. Dovrete spararci per fermarci.”

L’olocausto sta avvenendo quando amministratori pubblici non sanno dichiararsi antifascisti e antirazzisti. Sta avvenendo quando vi lamentate per i troppi immigrati nella classe di vostro figlio, quando urlate “prima gli italiani”, quando dite che è tutto normale e giustificabile.

Allora basta giornate della memoria. Cominciamo invece una serie di giornate continue  in cui si cominci a far rispettare davvero la costituzione applicando il sacrosanto principio popperiano di intolleranza verso gli intolleranti. Denunciando i fascisti e razzisti in malafede che si nascondono dietro la libertà di opinione che mai deve giustificare l’istigazione all’odio.

Salviamo al più presto la democrazia con l’azione, visto che la memoria a quanto pare non è stata sufficiente.