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Aspettando la fine del mondo. Altro che brioche!

Pubblicato il 18 Feb 2022

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Se la famosa frase attribuita a Maria Antonietta è oramai quasi certo che non sia mai stata da lei pronunciata, difficilmente la Storia potrà parimenti assolvere l’incommentabile Presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato per l’assurda conferenza stampa che rimarrà esemplificativa della commistione inopportuna fra i poteri istituzionali.

Se non fosse bastato il già preoccupante comunicato della Corte che asseriva di aver bocciato il referendum sull’eutanasia legale (ovvero l’abrogazione del reato di “omicidio del consenziente”) per la tutela dei più deboli, quando sono stati proprio i più deboli a mobilitarsi per primi per chiedere questo referendum, a far capire quanto le “sacre istituzioni” siano lontane non solo dal sentire comune ma dalla realtà dei fatti; a dissipare ogni dubbio sull’evidenza che l’Italia (più correttamente chiamata Assurdistan da chi non vuole offendere la pur gloriosa tradizione rinascimentale e illuministica) ci ha pensato il Dottor Sottile (così definito da Eugenio Scalfari ai tempi in cui metteva le mani nei conti correnti degli italiani) a mostrare quanto la decisione della Corte sia stata dettata totalmente da ideologia e politica.

In un incredibile show personale il Presidente della Corte Costituzionale non solo ha fatto esempi non appropriati e frutto di speculazioni teoriche soggettive, ma ha anche pubblicamente accusato i comitati promotori di aver preso in giro gli italiani perché il quesito non era conforme alla campagna “Eutanasia legale”. Quindi la logica conseguenza di queste dichiarazioni è che oltre un milione e duecentomila italiani sarebbero dei minus habens che firmano senza leggere e si fanno ingannare scambiando per eutanasia ciò che sarebbe immunità penale in genere.

Se queste assurdità sono state confutate in modo perfetto nella conferenza stampa di risposta tenuta dai comitati promotori ed in particolare grazie alle parole lucide e precise di Marco Cappato e Filomena Gallo (confutazione che pure dovrebbe avere serie conseguenze in un qualunque paese mediamente civile) quello che ci sorprende è come, oggi, molti intellettuali scoprano che la Democrazia Italiana sarebbe in pericolo.

Quale Democrazia, c’è solo da chiedersi.

Come si fa a parlare di democrazia in un Paese dove nell’elezione del parlamento non c’è il criterio di rappresentatività dell’elettore (si può scegliere solo il partito e non le persone), dove da decenni la divisione fra poteri legislativo-esecutivo-amministrativo è compromessa in modo irrevocabile (e lo show di Amato ne è solo l’ennesima dimostrazione), dove i responsabili di violazioni gravissime dei diritti civili vengono promossi alle più alte cariche delle forze armate? (Informarsi sul G8 di Genova nel 2001, se il riferimento non fosse abbastanza chiaro).

Al massimo, se proprio vogliamo usare degli eufemismi, possiamo definire l’odierno Assurdistan un’oligarchia partitica protetta da poteri clericali e giuridici totalmente autoreferenziali e inaccessibili. Una triplice sacra alleanza, completamente distaccata dalla realtà della vita comune e che pensa solo a non perdere il potere che gestisce.

Adesso, placate le polemiche con le solite armi di distrazione di massa (super-ultra-mega green pass, invasione dei migranti, redditi di cittadinanza non meritati etc.), il parlamento affosserà con i soliti squallidi e viscidi trucchetti dei politicanti, la discussione sui Diritti Civili come succede da decenni.

Fino a che non giungerà il prossimo “eroe” che si caricherà sulle spalle il peso di lotte legali e di disobbedienza civile per veder semplicemente riconosciuto il diritto di morire senza soffrire con cure inutili e invasive, o di poter fumare marjuana (molto meno pericolosa di quasi tutto ciò che è legalmente venduto in farmacia, per non parlare poi dell’alcool e del tabacco) che si è coltivato da solo senza, per questo, venire arrestato e poi magari morire “stranamente” sotto custodia. (Informarsi sul caso Aldo Bianzino se il riferimento non fosse abbastanza chiaro).

Nel frattempo, ca va sans dire, bisogna che noi si continui a mangiare brioche (anche se non ci sembrano proprio tali) e ad essere allegri che il nostro piangere fa male alla Corte. Fa male agli oligarchi, ai giudici e ai cardinali, diventan tristi se noi piangiam.