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About: Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

Pubblicato il 4 Feb 2016

Scritto da

jonasson

Gli autori nordici sono sempre spiazzanti. Per adesso li conoscevamo solo per via dei thriller, dall’indimenticabile “Il senso di Smilla per la neve” alla trilogia di Lizbeth Salander fino alla recente scoperta di Jo Nesbo.

Adesso li scopriamo in chiave… già in che chiave li scopriamo? In quale tipologia di libro facciamo rientrare questo “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” di Jonas Jonasson (Ed. Bompiani 2011, 441 pagine, €17,90)?

Umoristico? Riduttivo. Narrativa? Ovvio, ma troppo generico. Storico? Troppo pretenzioso. Thriller? i protagonisti non si prendono abbastanza sul serio. Surreale? Ecco: “narrativa surrealistica” potrebbe anche starci come definizione.

Insomma, l’idea è molto carina, un uomo che sta per compiere 100 anni e tutta la casa di riposo si sta attrezzando per festeggiarlo non ha alcuna voglia di festeggiare i suoi 100 anni. Quindi esce dalla finestra e inizia una nuova avventura.

Diciamo “una nuova avventura” perché come si scopre leggendo il romanzo, il centenario in questione di avventure ne ha già avute molte. Nella sua vita ha avuto il discutibile privilegio di incontrare Franco, Stalin, Truman, Churchill, Mao e tanti altri personaggi minori della storia. A pensare che Allan Karlsson, per nulla scolarizzato con un passato dentro una clinica psichiatrica come paziente aveva una sola caratteristica in cui eccelleva: quella di saper maneggiare gli esplosivi.

La linea temporale del presente, ovvero le avventure di Allan dai cento anni in poi, racconta di valige rubate piene di soldi, di amici improvvisati, di cadaveri che non sono cadaveri, di elefanti di passaggio e di poliziotti più improbabili dei fuggiaschi a cui danno la caccia.

La linea temporale del passato, ovvero la vita di Allan prima dei 100 anni invece racconta di cose davvero strane.

L’autore, è evidente, si è fatto prendere la mano. Diciamo la verità, metà della roba contenuta in questo libro bastava per farne un romanzo!

Il risultato è divertente ma alla fine il senso di incredulità prende il posto a quello di ilarità, con il risultato che viene da dire “il troppo è troppo”.

Tuttavia è indubbio che la storia tiene fino all’ultima pagina quando il vecchio Allan incontra l’ennesimo personaggio improbabile.

Insomma una lettura divertente e piacevole, per chi non cerca la credibilità delle storie. Ma del resto, lo stesso autore avverte nella prima pagina che “quelli che dicono soltanto la verità non meritano di essere ascoltati”. E allora buona lettura!